
26 Nov Come distinguere l’Amarone dal Ripasso della Valpolicella
Come distinguere l’Amarone dal Ripasso della Valpolicella
Fare una selezione di cosa renda più riconoscibile e famosa la Valpolicella è praticamente impossibile.
Ma ci possiamo avvicinare concentrandoci su un aspetto specifico e preciso: il vino.
Il fertilissimo terreno di quest’area del nord veronese permette una coltivazione abbondante, di qualità e di grande varietà.
I vini più noti che annoveriamo sono il Ripasso e l’Amarone.
Questi due vini hanno molte differenze ma altrettanti punti in comune.
Andiamo dunque a vedere come distinguere l’Amarone dal Ripasso della Valpolicella nel dettaglio:
IL Ripasso
Il più “antico” è sicuramente il Ripasso.
Già usatissimo ai tempi dell’Impero Romano, fu creato per riuscire a soddisfarel’enorme richiesta di vino.
Si producevano dunque migliaia e migliaia di litri di vino allungato con acqua e non importava la qualità.
Il popolo era più che contento di bere vino annacquato e dal basso grado alcolico pur di avere nel calice il “nettare” della terra.
Questo non aveva tolto dal mercato i vini di alta qualità, come il Recioto che continuava comunque ad essere prodotto.
Perciò le aziende vinicole si trovavano con scarti di ottima uva (ad esempio le bucce) da buttare via.
Essendo uve di qualità, anche gli scarti mantenevano una grande quantità di zuccheri ed aromi .
E qui qualcuno ebbe l’intuizione di mettere gli scarti della produzione del Recioto nelle vasche del vino di più bassa qualità.
Questi scarti, a contatto col vino annacquato, attivarono diversi processi chimici .
Il risultato fu un rafforzamento della struttura e del corpo della bevanda, l’innalzamento del grado alcolico ed una più forte colorazione.
Il vino ottenuto da questa procedura era dunque più gustoso e più alcolico, e poteva essere venduto ad un prezzo più alto pur non richiedendo alcun costo di produzione aggiuntivo.
Era una scoperta incredibile, e per via del metodo con cui la si otteneva venne chiamata Ripasso.
L’Amarone
La storia dell’Amarone invece è molto più semplice e recente.
Nella prima metà del ‘900 un produttore ritrovò una botte di Recioto dimenticata da tempo in un angolo buio della cantina.
L’abbandono della botte aveva fatto sì che la fermentazione procedesse indisturbata, trasformando gli zuccheri in alcol.
Sin dal primo assaggio il produttore capì di aver appena scoperto una nuova tipologia di vino fino ad allora mai vista.
Ci vollero anni prima che questo nuovo prodotto venisse accettato dal mercato, ma quando finalmente avvenne (nel 1953) ebbe un successo strepitoso.
Quando dunque sentirete dire che il Ripasso e l’Amarone sono ottenuti dalle stesse uve, sappiate che è vero.
Sono entrambi figli del Recioto.
Il primo, infatti, sfrutta gli scarti delle uve del Recioto per arricchire gusto e proprietà, l’altro è il prodotto dell’invecchiamento del Recioto.
le raccomandazioni
mai bere vino in bicchieri di plastica e soprattutto brindando , guardarsi sempre negli occhi per scongiurare la cattiva sorte .
E per finire quando si brinda …ecco le frasi di rito bene auguranti
Alla salute- Cin Cin – Ciao – Evviva la patata –
A me personalmente piace molto …dire Ciao o evviva la patata
Vi aspettiamo con i nostri wine tour

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